Le zecche sono parassiti esterni di mammiferi, uccelli e rettili, dai quali prendono sangue per nutrirsi. Le dimensioni variano da qualche millimetro a circa 1 centimetro secondo la specie e lo stadio di sviluppo.
Non saltano e non volano, ma si appostano aspettando il passaggio di un animale o di un uomo. Per nutrirsi generalmente rimangono attaccate all’ospite per un periodo di tempo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.
Il morso della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori. In Emilia Romagna la percentuale di zecche infette è al momento relativamente bassa: la maggior parte delle punture di zecca non ha nessuna conseguenza. Ciò non toglie che sia meglio osservare certe precauzioni quando si passa del tempo all’aperto.
COME PROTEGGERSI
Prima
- Indossare scarpe chiuse, pantaloni e calzini lunghi.
- Usare repellenti specifici per insetti (DEET, N-dietiltoluamide, icaridina, permetrina) e prodotti piretroidi da spruzzare sugli abiti.
Dopo
- Controllare quotidianamente l’eventuale presenza di zecche sul corpo, in particolare testa, collo, ombelico, ascelle, inguine, dietro le ginocchia, sui fianchi.
- Rimuovere le zecche eventualmente presenti. Vanno prontamente rimosse perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite. Le probabilità d’infezione sono basse se la zecca resta attaccata alla cute per meno di 36-48 ore.
COME RIMUOVERE UNA ZECCA
Cosa non fare
- Non utilizzare mai liquidi o calore: la sofferenza indotta può provocare il rigurgito di materiale infetto.
Cosa fare
- afferrare la zecca con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimuoverla tirando dolcemente;
- disinfettare la ferita;
- distruggere la zecca, possibilmente bruciandola;
- annotare la data di rimozione e il punto del morso, per osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni.
Quando consultare il medico
- in caso di infezione locale (arrossamento, gonfiore, dolore, pus) o febbre, eritema circolare, dolori articolari, ingrossamento dei linfonodi;
- mancata copertura della vaccinazione antitetanica.
USO DI ANTIBIOTICI
La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata, perché può mascherare eventuali segni di malattia e rendere più complicata la diagnosi.
Fonti
Regione Emilia Romagna, Assessorato alla Sanità
EPICENTRO portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica